Quante volte ci siamo chiesti, acquistando un prodotto biologico, se lo fosse davvero al punto da giustificare quella cifra in più che inevitabilmente andremo a spendere?
La risposta viene dall’Unione Europa che ha appena approvato un nuovo regolamento UE sulla coltivazione biologica e la commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica, che entrerà in vigore dal 2020.
Cosa cambierà con la nuova normativa UE sui prodotti bio
Più controlli su tutta la filiera del biologico, requisiti stringenti per i prodotti importati da Paesi terzi e certificazione di gruppo per le piccole aziende. Sono solo alcune delle novità previste dal nuovo regolamento UE.
Più volte data per fallita, la riforma che supera il regolamento del 2007, scaturisce da un iter lunghissimo. La prima bozza di regolamento è stata presentata nel marzo 2014 e il negoziato tra le istituzioni europee si è concluso con un accordo di compromesso solo ora.
L’obiettivo delle nuove regole è rinnovare la fiducia dei consumatori in un settore in cui, anche in piena crisi, la domanda è cresciuta del 5-6% l’anno e rilanciarne le produzione europea, visto che l’aumento del fabbisogno viene coperto soprattutto grazie alle importazioni da Paesi extra-UE (come anche, ad esempio, i prodotti antiage a base di alghe provenienti in grandissima parte dalla Cina e dall’Asia).
Per contrastare le frodi, si fissa l’obbligo di controlli in loco una volta l’anno su tutti gli operatori della filiera, incluse la vendita al dettaglio. Le ispezioni saranno meno frequenti, una ogni due anni, per coloro che risulteranno in regola per tre anni di fila.
I prodotti bio importati da Paesi terzi dovranno rispettare il principio di conformità agli standard europei. Il compromesso finale tra le istituzioni UE ha potuto vedere la luce però, purtroppo, solo dopo che la Commissione europea ha stralciato dal regolamento la decertificazione automatica di quei prodotti che presentano residui di pesticidi non autorizzati nella coltivazione bio.
I Paesi che hanno già valori limite per la decertificazione, come Belgio e Italia, potranno mantenerli. Nel 2024 l’Esecutivo UE, che avrebbe voluto l’estensione dell’approccio italiano a tutta l’UE, potrebbe tornare a proporre una legislazione in materia.
Cosa cambia per la produzione bio
Dal punto di vista della produzione, saranno creati database sui semi bio in modo da facilitare l’incontro tra domanda e offerta. Le aziende che producono sia con metodo bio che convenzionale (cosiddette miste) potranno continuare a esistere a condizione che le due attività siano chiaramente distinte e separate. I produttori con aziende di piccole dimensioni potranno aggregarsi e ottenere una certificazione di gruppo.