Tra i prodotti dell’alveare, il veleno d’api è quello meno conosciuto. Tuttavia le proprietà che possiede lo rendono un ottimo rimedio naturale per la pelle e i dolori articolari. Conosciuto fin dall’antichità, ha riscosso buon credito solo di recente. Molte star di Hollywood, sempre aggiornate nel settore beauty, hanno gridato al miracolo. E se da fonti storiche sappiamo che lo usava anche Carlo Magno e Ivan il Terribile, possiamo stare certi che funziona.
Veleno d’api: a cosa serve e perché fa bene
Il veleno d’api è detto anche apitossina. La componente principale è la mellitina che, combinata con altri principi attivi come burro di karité e oli essenziali, viene potenziata.
Il veleno d’api contiene inoltre altre componenti come l’istamina, l’isolecitina e l’apamina, che possiedono un grande effetto antinfiammatorio. È consigliabile usare pomate e unguenti per trattare artrosi, artrite reumatoide e sciatalgia. Nel passato questa è stata la prima grande scoperta circa i suoi benefici, in quanto ci si era resi conto che l’incidenza di patologie reumatiche, tra gli apicoltori, era minore rispetto al resto della comunità.
Il veleno d’api è, ancora oggi, studiato scientificamente per scoprirne eventuali ulteriori benefici terapeutici. Il campo d’azione si è allargato alla presenza di una frazione, chiamata cardiopep, utilissima perché sembra avere un’attività antiaritmica, per cui ne possono usufruire coloro che soffrono di aritmia e insufficienza cardiaca.
Il veleno d’api è comunque usato per curare anche a scopo preventivo. Le ferite cutanee più superficiali, ad esempio, oppure brufoli ed acne possono essere trattati con il siero che crea una barriera protettiva, stimolando una vera e propria infiammazione capace di favorire la rigenerazione cellulare. Infatti il veleno d’api è usato moltissimo per combattere inestetismi delle pelle come rughe e cellulite. In pratica, agisce come il più rinomato botox, ma risulta meno drastico ed è completamente naturale.
Il veleno d’api ha il potere di favorire l’azione di enzimi anti età con una efficace azione anti-ossidante. Innesca meccanismi interni come se la pelle fosse stata effettivamente punta da un’ape, ovvero l’afflusso di sangue aumenta verso la zona trattata, di conseguenza si produce più collagene ed elastina che riescono a provocare una concreta azione di sostegno per l’epidermide. Non penetra, però, così a fondo come il botox, per cui restando ad un livello più superficiale, consente il movimento dei nervi facciali.
Il veleno d’api può essere utilizzato anche come trattamento di bellezza per levigare e rendere la pelle di viso e corpo luminosa e liscia. In commercio esistono creme e maschere che combinano l’efficace veleno con acido glicolico, mandelico e piruvico, ottimo per un peeling, mentre, combinato al retinolo, ringiovanisce l’epidermide con un’azione quotidiana.
Veleno d’api: come si estrae e dove trovarlo
Il procedimento per estrarre il veleno d’api è del tutto semplice e indolore, e non comporta la morte dell’insetto.
All’interno dell’alveare viene inserita una piastrina di metallo che rilascia scariche elettriche molto lievi. Non comportano granché se non allarmare le api che, di conseguenza, pungono la piastrina per reazione difensiva. Mentre il pungiglione resta comunque attaccato a loro, evitandone la morte, il veleno resta attaccato alla piastrina, dopodiché viene raccolto e portato in laboratorio per essere utilizzato.
Creme, unguenti e prodotti specifici a base di veleno d’api si possono trovare in farmacia erboristeria e para-farmacia. Il costo è solitamente un po’ elevato, quindi non propriamente adatto a tutte le tasche. Ma data la sua efficacia, risulta essere un ottimo investimento.
Controindicazioni e apiterapia
Il veleno d’api fa bene per molte ragioni. Tuttavia è consigliabile documentarsi preventivamente e consultare uno specialista che possa indagare sulla situazione dell’epidermide e valutare il da farsi.
Nei casi in cui si temono allergie è opportuno effettuare esami allergici preliminari. Infatti il veleno d’api è sconsigliato se si è allergici alle punture di questi insetti. Anche se si utilizzano senza saperlo, la reazione non è gravissima, ma possono insorgere arrossamenti, infiammazioni e orticaria sulla zona interessata. Attenzione quindi a non esagerare con le dosi.
Infine, se si vuole iniziare una sessione di apiterapia, dopo aver accertato di non essere allergici, bisogna ricordare che risulta essere più invasiva ma anche più efficace nel trattamento di reumatismi e malattie articolari. L’apiterapia prevede infatti l’applicazione diretta sulla pelle della puntura d’ape.
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