Dopo la menopausa il rischio di contrarre malattie cardiovascolari aumenta notevolmente, quindi, oltre ai disturbi più comuni che possono causare malattie cardiache, come ad esempio le vampate di calore, l’aumento del battito cardiaco e la sudorazione notturna, uno in particolare è una delle cause principali di tali patologie, ovvero l’aterosclerosi. Nello specifico, si tratta di un fenomeno patologico cronico, in cui si verifica l’accumulo di grasso all’interno delle parti più ‘profonde’ delle arterie, perciò, se non diagnosticato per tempo, può comportare anche la completa occlusione di quest’ultime. Detto ciò, non è facile riconoscerne i sintomi caratteristici, difatti, può rivelarsi anche dopo diversi anni dall’inizio del suo sviluppo, perciò è bene imparare a conoscerne e distinguerne i segnali.
Ad oggi non sono ancora chiare le cause all’origine di questa malattia, tuttavia, fattori come l’età, il sesso e la razza, possono influire con certezza sull’insorgere dell’aterosclerosi. Anche fattori correlati allo stile di vita possono predisporre alla malattia, perciò, meglio evitare di fumare ed evitare il consumo di alimenti grassi che causano malattie strettamente collegate allo sviluppo di quest’ultima, come ad esempio il diabete o l’ipertensione. Inoltre, come riportato su fondazioneveronesi.it, “normalmente l’aterosclerosi non dà sintomi fino a quando un’arteria è talmente ristretta o ostruita da non essere più in grado di rifornire gli organi e i tessuti con un flusso di sangue adeguato. In questi casi si può assistere a manifestazioni simili a quelle di un infarto, ad esempio dolore al torace, mentre nei casi più gravi e che coinvolgono arterie cerebrali può comparire anche intorpidimento e debolezza improvvisi agli arti e/o della muscolatura facciale, difficoltà di parola, balbettio inspiegabile, fino a casi di infarto o ictus”.
A tal proposito, una frequente sensazione di intorpidimento, cosi come crampi frequenti ai muscoli, possono ambi esser dei chiari campanelli d’allarme della malattia, per tanto, il consiglio è quello di consultarsi il prima possibile col proprio medico, ai fini di effettuare eventuali esami utili a diagnosticarne la presenza o meno. Difatti, “sulla base del livello di rischio rilevato, il medico può chiedere esami specifici come l’eco-doppler (ecografia che permette di vedere l’interno dei principali vasi sanguigni e studiare il flusso del sangue) o la coronarografia (esame radiologico che consente di visualizzare le immagini dei vasi sanguigni) e, eventualmente, prescrivere farmaci” come suggerisce il sito issalute.it.
Ad ogni modo, ai fini di prevenire il rischio di contrarre tale patologia, un’alimentazione varia e bilanciata, quindi composta da alimenti scarsi di grassi, sale e zuccheri, viceversa ricca di frutta e verdura freschi, diminuisce notevolmente il rischio il rischio di contrarre qualsiasi tipo di malattia cardiovascolare. Anche mantenersi attivi e praticare quanta più attività fisica possibile, è una buona abitudine e raccomandata ai fini di mantenere il cuore ed i vasi sanguigni in buona salute.