Si trovano a volte sulle etichette degli alimenti più disparati: sono delle sigle che apparentemente non dicono nulla, una lettera seguita da un numero, ma che in realtà sono coloranti e conservanti: quali sono, e soprattutto, sono nocivi?
Coloranti e additivi nelle etichette degli alimenti
Coloranti e additivi chimici n genere si riconoscono facilmente:
- se troviamo numeri fino al 199 sono coloranti;
- se troviamo E234, o E374, che sono numeri che superano il 199, si tratta di additivi di altro tipo, come conservanti o acidificanti, utili per la conservazione di quel prodotto;
- a volte possiamo trovare anche sigle come E123A o E123B, che sono sottocategorie di un colorante, ad esempio dell’ E123.
A che cosa servono i coloranti?
Fondamentalmente non servono a nulla! Sono solamente un modo commerciale perché i prodotti appaiono più buoni agli occhi del consumatore: uno yogurt con colorante rosso appare “più alla fragola” di quello che il colorante non lo ha, mentre il colorante marrone fa percepire come “arrosto” un petto di pollo che arrosto, effettivamente, non lo è. Un colorante verde, poi, fa credere che sia veramente aromatizzato “alla menta”, mentre il mentolo, come si sa, è bianco.
Insomma, i coloranti servono solo a rendere più appetibile il prodotto che stiamo consumando, ma in modo chimico. E allora, perché scegliere prodotti che ne contengono quando se ne può fare a meno?
Come difendersi da coloranti alimentari potenzialmente dannosi?
Come evitarli? Leggendo le etichette e privilegiando alimenti e bevande con coloranti naturali. E che non abbiano conservanti, quindi freschi. Coloranti naturali come le spezie, coloratissime.
Per i conservanti è un po’ più difficile sostituire quelli chimici con prodotti naturali. A parte i cibi freschi, il conservante più antico e uno dei più efficaci è il sale, perché consentiva ai cibi di mantenersi a lungo in mancanza di refrigerazione o della possibilità di congelare gli alimenti. Attraverso la disidratazione provocata dal sale si evita la proliferazione dei batteri e dunque il deperimento del cibo.
Anche lo zucchero funziona da buon conservante, preserva da batteri e microorganismi che deteriorano le proprietà del cibo perché assorbe i liquidi come fa il sale anche se conserva per periodo di tempo più brevi.
Infine anche l’olio e l’aceto sono ottimi conservanti a lungo ma solo per certi alimenti, specialmente per i vegetali.