Covid 19 e vitamina D, ecco la svolta che può salvare la vita

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Si torna nuovamente a parlare di Covid ma sopratutto, si torna nuovamente a parlare del nesso che c’è tra il virus e la vitamina D. A tal proposito, a seguito di uno studio condotto su 52 pazienti, con la collaborazione dell’iss dell’ospedale Sant’Andrea di Roma ed altre istituzioni, emerge che una carenza di vitamina D sembra compromettere (ulteriormente) gli stadi clinici del Covid19. Ad avvalere tale tesi, sempre stando a quanto hanno scoperto i ricercatori, nei 52 pazienti ‘analizzati’, i livelli di vitamina D erano carenti addirittura nell’80% di loro, praticamente inesistenti nel 6,5% e normali nel 13,5%. 

Come ha dichiarato Francesco Facchiano, ricercatore dell’iss, e riportato dal sito adnkronos.com: “nella nostra indagine abbiamo correlato, per la prima volta, i livelli plasmatici di VitD a quelli di diversi marcatori (di infiammazione, di danno cellulare e coagulazione) e ai risultati radiologici tramite Tac durante il ricovero per Covid-19 e abbiamo osservato che i pazienti con bassi livelli plasmatici di VitD, indipendentemente dall’età, mostravano una significativa compromissione di tali valori, vale a dire risposte infiammatorie alterate e un maggiore coinvolgimento polmonare”. 

Tuttavia, seppur sia ormai praticamente certa la scoperta della relazione che c’è tra vitamina D e Covid19, gli studiosi invitano alla cautela, difatti, l’effetto della carenza di vitamina D nella progressione del covid19 o nella stessa gravitò di quest’ultimo, è ancora da valutare. Detto ciò, come evidenziato dai ricercatori, è difficile stabilire se l’integrazione di vitamina D possa svolgere un ruolo determinante nella lotta contro il covid e ridurne la sua mortalità, tuttavia, può esser una raccomandazione utile per chiunque, quindi, provare ad integrare nella propria alimentazione cibi ricchi di questa vitamina può, in effetti, rivelarsi una mossa vincente. 

A tal proposito, alimenti come i funghi (unica fonte vegetale di vitamina D), formaggi grassi, pesci grassi (sgombro, tonno e salmone), burro e tuorlo d’uovo, sono tutti cibi salutari e dall’alto contenuto di vitamina D, perciò, una loro regolare assunzione può aiutare ad integrare un’eventuale carenza o mancanza di quest’ultima. Inoltre, è consigliabile trascorrere quanto più tempo possibile sotto la diretta luce del sole, difatti, come riporta schwabe.it, la VitD “è l’unica ‘vitamina’ sintetizzabile autonomamente dal corpo attraverso l’esposizione solare; solo una piccolissima parte viene assunta attraverso gli alimenti”.