Può sembrare un’esagerazione, ma non lo è. La depressione è una malattia seria che nessuno dovrebbe sottovalutare. Si tratta di una patologia dell’umore che influenza la vita sociale, psicologia e affettiva di ognuno in modo prepotente.
La depressione clinica, chiamata anche depressione maggiore, è uno stato in cui è presente un marcato e duraturo calo d’umore insieme ad altri indicatori fisici e mentali che portano a difficoltà nel rapportarsi col mondo circostante. In Italia ne soffrono soprattutto le donne: diversi studi hanno riscontrato come queste siano altamente soggette a vivere stati d’ansia, di panico, sensi di colpa e di inadeguatezza.
È importante comprendere che la depressione non ha solo una causa, ma è la combinazione di fattori che interagiscono tra loro e che la cosa varia da persona a persona.
Ma cerchiamo di capire il perché colpisce prevalentemente il sesso femminile. Le motivazioni sembrerebbero essere duplici: psicosociali e biologiche. Le eccessive richieste e aspettative che si ripongono sulla donna nella nostra società, la mettono ogni giorno a dura prova. Le si richiede non solo di svolgere i tradizionali compiti per la famiglia e di apparire “sempre perfetta”, ma anche di acquistare un ruolo e un riconoscimento sul posto di lavoro. Risultato: le donne sono sottoposte a pressione continua. Continua a leggere dopo la foto
Il risultato è una pressione psicologica costante. Nel periodo che stiamo vivendo queste sensazioni sono dilatate: la pandemia che ci ha colpiti e il conseguente lockdown hanno gravi ripercussioni sulla quotidianità di ognuno. Le giornate sembrano non finire mai, i ritmi e le vecchie abitudini sembrano essere un lontano ricordo.
Le donne obbligate a lavorare in smartworking da casa non hanno orari e, in presenza di figli in casa, hanno serie difficoltà a gestire il tutto. Lo stress le porta a vivere sensazioni di incertezza, a sentirsi inadeguate e incapaci di organizzare lavoro, famiglia e casa. Credono perciò di essere sbagliate. Ma è assolutamente falso.
Evidenze empiriche indicano che la tendenza a sviluppare depressione è una caratteristica principalmente ereditaria e che il sesso femminile è più a rischio. Continua a leggere dopo la foto
Nella donna, per esempio, hanno forte influenza le variazioni ormonali: già prima del ciclo mestruale possono apparire i sintomi depressivi, così come dopo una gravidanza (depressione post-partum). In menopausa, poi, alle naturali cause biologiche, si aggiungono spesso quelle psicologiche legate al vivere in maniera negativa e patologica i cambiamenti del proprio fisico.
Anche il cambio di stagione può pesare sul peggioramento dell’umore: la depressione viene per questo anche definita “disturbo affettivo stagionale”. Nei cambi di stagione l’organismo ha maggiori difficoltà, non solo fisiche, di adattamento alle variazioni climatiche: in autunno il buio e il freddo rendono tutto meno piacevole e più difficile da affrontare.
Il sintomo più frequente della depressione è il basso tono dell’umore che dura da più di due settimane. Nelle forme lievi questo sintomo non è presente per l’intera giornata. Nelle forme più gravi invece il basso tono dell’umore persiste per tutto il giorno, indipendentemente da situazioni divertenti. Continua a leggere dopo la foto
Le persone depresse tendono a sentirsi inadeguate e non desiderate e l’ambiente esterno è solo fonte di frustrazione e insicurezza. In loro affiora un persistente disinteresse per ciò che li circonda.
Compaiono insonnia o irrequietezza nel sonno, stanchezza, incapacità di concentrazione, deliri: il pessimismo e la visione negativa possono portare a credere che la vita non valga la pena di essere vissuta.
La cura della depressione passa da trattamenti farmacologici e da una terapia psicologica.
Esistono diversi farmaci antidepressivi molto ben tollerati, che non creano dipendenza, ma che devono sempre essere assunti su indicazione del medico. Utilissima una terapia psicologica personalizzata. È importante sapere che le cure possono portare a ottenere ottimi risultati e a ristabilire l’equilibrio e lo stato di salute precedente.
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