Più longevi dei sardi sono gli abruzzesi. In totale sono 150 i Comuni della Regione con un tasso di longevità paragonabile o superiore a quello del Comune sardo di Villagrande (che conta un alto numero di centenari). I Comuni più longevi sono localizzati principalmente nelle aree interne, in quattro aree contigue ai Parchi del Gran Sasso e della Majella e alla Marsica. Come mai? E’ quello che si sono chiesti alcuni ricercatori ed ecco i risultati della ricerca.
Un pranzo alle 11 per vivere più a lungo
Lo “sdijuno”, il pranzo abbondante delle 11 del mattino, tipico della tradizione rurale abruzzese, è uno dei segreti di lunga vita. A dirlo sono i ricercatori dell’Università di Teramo, che hanno concluso lo studio “Centenari”, sulle abitudini alimentari e sulle caratteristiche metaboliche della popolazione abruzzese tra i novanta e i cento anni.
“Lo sdijuno, una tradizione che rimane ancora tra gli anziani, è il primo pasto abbondante della giornata – spiega Mauro Serafini, docente di Alimentazione e nutrizione umana della Facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo -. Seguiva al pasto frugale del tramonto, che si faceva intorno alle 18, e a una colazione minima delle 6. Lo sdijuno delle 11 del mattino garantiva all’organismo un periodo di digiuno di circa 14/16 ore, se non si tiene presente il piccolo pasto all’alba”.
Un’abitudine tutta abruzzese e contadina
“Questa abitudine alimentare abruzzese – prosegue Serafini – è perfettamente in linea con le più recenti evidenze scientifiche, che hanno evidenziato l’importanza di concentrare i pasti della giornata, ma soprattutto di limitare l’apporto calorico la sera, quando il metabolismo, seguendo i ritmi circadiani, rallenta”.
“Sulla base di queste premesse – conclude l’esperto -, lo ‘sdijuno’ abruzzese si propone come modello alimentare peculiare e ante litteram rispetto alle recenti diete del digiuno, in grado di spiegare, insieme a fattori ambientali, nutrizionali e genetici, la longevità abruzzese”.