Qualcuno l’ha definita la discarica a cielo aperto più alta del mondo.
Ma perché le spedizioni di alpinisti che tentano la scalata agli 8.848 metri dell’Everest lasciano sulla propria strada tutti questi rifiuti?
Ecco cosa trovano ogni giorno gli spazzini del fronte cinese, lungo la salita che, dal lato settentrionale, ovvero dal campo base raggiungibile dalle macchine, porta fin sulla cima, ad 8.848 metri sul livello del mare.
Spazzatura sull’Everest
Tende, bombole di ossigeno, pentolame e feci. Tonnellate di spazzatura che si stanno accumulando su uno dei luoghi più inaccessibili del Pianeta, man mano che viene assalito da alpinisti o semplici turisti.
Per questo le autorità cinesi hanno deciso di dire basta. D’ora in poi, e fino a nuovo ordine, l’accesso al campo base dal lato tibetano della montagna, altitudine 5.200 metri, sarà limitato solo a chi ha ottenuto un permesso di scalata.
Chiusura del fronte cinese della montagna più alta del mondo
Una misura radicale, resa necessaria dalla situazione fuori controllo.
Storicamente, il lato della montagna più frequentato è sempre stato quello meridionale, su suolo nepalese. E sia le autorità cinesi che quelle nepalesi hanno cercato negli anni, in vari modi, di contenere l’inquinamento.
Per tutti i visitatori è stato introdotto l’obbligo di riportare a valle i propri rifiuti. Agli sherpa viene dato un premio in denaro per ogni chilogrammo di spazzatura che raccolgono sulla montagna. Mentre un deposito di 4mila dollari viene trattenuto su ogni spedizione che prende la via della vetta, e restituito al ritorno solo a chi dimostra di non aver lasciato nulla per strada.
La collaborazione degli sherpa
Niente da fare però. A fronte di un flusso crescente di visitatori, spesso intruppati in comitive low cost, è aumentata esponenzialmente anche la spazzatura gettata a terra.
Da qui la decisione cinese di limitare le entrate (anche monetarie) e dedicarsi alla pulizia.