Fish and chip, che pesci stiamo consumando? Non quelli che ci aspetteremmo, come merluzzo o platessa, magari! A rivelarlo sono le analisi del DNA effettuate su 78 campioni di negozi specializzati e 39 prelevati da pescherie, per lo più nel sud dell’Inghilterra, dove questo piatto è un must dello street food.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”. Questo piatto tipico del Regno Unito è molto diffuso anche in Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Canada e Stati Uniti. E, sempre di più, anche in Italia, dove l’accostamento pesce con patate è alla base di molte tradizioni culinarie locali.
I pesci contenuti nel fish and chips
Nel fish and chips c’è un po’ di tutto. Anche squali, per di più una specie in via di estinzione. Questo hanno rivelato le analisi del DNA fatte dagli scienziati dell’Università di Exeter: campioni di squalo nei prodotti venduti nelle pescherie e nei negozi di del Regno Unito. Ma non è finita qui. Tra i pesci utilizzati anche il pesce martello, specie a rischio in tutto il mondo e soggetto a restrizioni internazionali per la vendita alimentare.
Sicurezza del “fish and chips” ed etichettatura
Per questo i ricercatori hanno chiesto un’etichettatura degli alimenti più accurata, in modo che le persone sappiano quali specie stanno mangiando, sia per tutelare gli animali in questione, che per garantire la salute dei consumatori.
“È quasi impossibile per i consumatori sapere cosa stanno acquistando”, ha detto la prima autrice Catherine Hobbs, dell’Università di Exeter. “Ci sono anche problemi di salute. Sapere quali specie si stanno acquistando potrebbe essere importante in termini di allergie, tossine, contenuto di mercurio e crescente preoccupazione per le microplastiche nella catena alimentare marina. I nostri risultati dimostrano la necessità di un’etichettatura più accurata dei prodotti ittici”.