Il composto di origine vegetale che blocca il coronavirus impedendone la diffusione

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Un team di ricercatori, guidato da alcuni scienziati italiani delle università Tor Vergata di Roma e Torino, ha fatto una straordinaria scoperta in merito alla potenziale capacità di un composto naturale di ‘bloccare’ il coronavirus all’interno delle cellule umane, impedendone quindi la diffusione al di fuori e all’interno dell’organismo. Proprio cosi, tale composto sarebbe quindi in grado di intrappolare ed ostacolare il virus, neutralizzandone il patogeno; come riportato su fanpage.it, “il composto naturale coinvolto è sicuro e viene già utilizzato per il trattamento di altre condizioni mediche, come la papillomatosi respiratoria ricorrente. Gli autori della scoperta sono fiduciosi sul fatto che possa passare rapidamente alla fase clinica per poterne dimostrare le spiccate capacità antivirali anche nell’uomo”. Ma vediamo di cosa si tratta nello specifico e in che modo questa sostanza è in grado di inibire lo sviluppo del virus stesso. 

Nello specifico, il composto in grado di bloccare la diffusione del coronavirus è il cosiddetto indolo-3-carbinolo (I3C), ovvero un derivato di composti glucosidici presenti nella maggior parte delle verdure appartenenti alle cosiddette ‘piante crucifere’, come ad esempio i broccoli, cavoli, cavolfiori e altri simili. A tal proposito, gli scienziati autori della scoperta sono giunti a questa conclusione dopo aver compreso quali sono gli enzimi umani che il virus sfrutta per diffondersi al di fuori delle cellule infettate, scoprendo che tali enzimi risulterebbero quindi maggiormente ‘colpiti’ nei pazienti affetti dalle forme più gravi di covid19; nei test effettuati, l’I3C ha dimostrato potenti effetti antivirali utili per l’appunto ad inibire gli enzimi responsabili della fuoriuscita virale e proprio grazie alle basi di questo studio, nei prossimi mesi sarà possibile arrivare all’ottenimento di farmaci costruiti su tale principio attivo. 

 Inoltre, in merito alle straordinarie capacità dell’I3C, il sito quotidiano.net riporta: “la ricerca biomedica non ha finito di approfondire gli effetti della sostanza, ma ci sono ricerche che ne stanno verificando il possibile effetto anticancerogeno, antiossidante e anti-aterogenico. Altri studi hanno dimostrato che la molecola è efficace nel diminuire la crescita del papilloma virus in colture cellulari. Come nel caso del lupus eritematoso sistemico (LES), una malattia autoimmune che si caratterizza per una forte associazione con gli estrogeni:  Indolo-3-carbinolo può alterare il metabolismo degli estrogeni”. 

Ad ogni modo, il consiglio degli esperti è quello di prediligere il consumo di verdure contenenti questa sostanza, alcune delle quali già citate in precedenza, proprio grazie ai loro effetti positivi nella prevenzione di diverse forme tumorali e capacità ‘protettive’ in generale nei confronti del proprio organismo. Farlo è importante, perché può rappresentare una nuova arma nella lotta a questa pandemia, insieme al buon senso civico e alla campagna di vaccinazione ormai cominciata da tempo.