Insonnia: ‹‹Chi dorme non piglia pesci›› ci ripetevano i nonni. Vero, ma non bisogna neanche dormire troppo poco. In questi ultimi anni il tempo che dedichiamo per dormire si è ridotto drasticamente. Almeno 9 milioni di italiani soffrono di insonnia cronica. Negli ultimi 50 anni abbiamo perso circa 2 ore di sonno giornaliero.
Il sonno, in realtà, è fondamentale per scongiurare varie malattie e per le nostre attività sociali.
Non dormire il numero adeguato di ore provoca un deficit di concentrazione e di memoria, oltre a disturbi dell’umore. Inoltre contribuisce a problemi legati all’obesità, al diabete, all’ipercolesterolemia, alla depressione ed è legata a infarto e ictus.
L’insonnia è un problema che accomuna grandi e piccini. Nei bambini, la carenza di sonno può provocare difficoltà di socializzazione e di alimentazione. Inoltre, la mancanza di sonno e deficit nello sviluppo psicofisico vanno di pari passo.
A vedere i dati oltre il 45% della popolazione soffre di insonnia acuta o transitoria. Come spiega Pierluigi Innocenti, neurologo e presidente dell’Associazione scientifica per la cura dei disturbi del sonno (Assieme), in giornate sempre più lunghe e fitte di impegni ‹‹la necessaria attenzione al sonno è sempre più carente perchè considerato come un momento di ‘vita perso’. Molte importanti funzioni invece si svolgono prevalentemente durante il sonno, come la produzione di alcuni ormoni e il consolidamento della memoria››. E dunque non ci resta che ricordare il 18 marzo, la Giornata Mondiale per il Sonno, con una lunghissima dormita.