La sindrome della bella addormentata esiste e non è poi cosi fiabesca

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Una delle fiabe Disney più amate è senza ombra di dubbio quella di Aurora, la bella addormentata che cade in un lungo sonno per poi venire svegliata dal bacio del principe azzurro, tuttavia, molte persone cambierebbero idea se sapessero che, in realtà, questa più che una fiaba è una rara malattia che esiste per davvero. Proprio cosi, si tratta della sindrome di Kleine-Levin (o “della bella addormentata”) ed è caratterizzata da episodi di eccessivo sonno e da un comportamento alterato da parte di chi ne è affetto. Per intenderci, l’iper-sonnolenza in questione comporta che le persone con tale sindrome dormano addirittura tra le 15 e le 20 ore al giorno, con una percezione alterata della realtà che le circonda. Ma come è possibile tutto questo? Come può accadere una cosa del genere? 

Come suggerisce il sito adnkronos.com, “sono gli adolescenti ad essere più colpiti da questa malattia che interessa una persona ogni 500.000 di cui 2/3 uomini e 1/3 donne. All’origine del primo episodio di sonno prolungato nel 72% dei casi c’è un’infezione e, in generale, gli episodi sono ciclici con una durata media di 10 giorni che si ripetono ogni 3 o 4 mesi (la frequenza è più ravvicinata nelle forme infantili). Nella maggior parte dei casi, la stato di sonno è praticamente perenne e ci si sveglia soltanto per brevi periodi o per necessità, come per andare al bagno o per mangiare; ovviamente, è inutile dire quanto tutto questo sia considerevolmente disagevole per la vita sociale di chi è affetto da tale condizione. 

Ad ogni modo, oltre la condizione di ipersonnia, vi sono altri sintomi caratteristici complementari della malattia e possono includere: disorientamento, stanchezza, apatia e fotosensibilità; è importate sottolineare come questi, siano sintomi che si verificano sporadicamente e che possono durare per diversi giorni cosi come per mesi. E’ questo il caso di Rhoda Rodriguez Diaz, 21enne inglese affetta dalla sindrome di Kleine-Levin che come riportato sul sito Cosmopolitan.com, racconta: “È davvero fastidioso quando le persone mi chiamano pigra perché questa è una cosa che io non posso controllare”, ha spiegato al Mail Online la ragazza che, proprio a causa della sua iper-sonnolenza, ha anche fallito il secondo anno di università dopo aver dormito durante gli esami di fine anno”. 

Il vero problema è che poi, nel 30% dei casi, il paziente sviluppa forme ansiose e può soffrire di delirio cosi come di allucinazioni, tuttavia, nell’intermezzo tra un episodio di ipersonnia e l’altro, si gode di un sonno normale, di una buona cognizione e di una stabilità dell’umore cosi come delle abitudini alimentari, proprio come fosse una forma di bipolarismo. Ad oggi, non vi è ancora alcuna cura o trattamento specifico per la prevenzione di questa sindrome ma, la farmacoterapia può rivelarsi efficientemente utile per contrastare, in particolare, i sintomi che causano i disturbi dell’umore. 

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