Le conseguenze del covid-19 sugli adolescenti

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“Il Paese deve avere più consapevolezza che siamo in una situazione particolarmente complessa, in cui gli adolescenti sono i dimenticati”, queste sono le parole dette dal neuropsichiatra Stefano Vicari e riportate sul sito vita.it; parole che sottolineano l’evidente difficoltà del governo nel gestire l’emergenza del covid-19 da un punto di vista infantile, o meglio, di come non sia stato, ad oggi, ancora attuato alcun supporto psicologico per i ragazzi da affiancare alla didattica a distanza. In effetti, è facile immaginare come questo periodo di lockdown possa essere molto noioso per gli adolescenti, costretti a non avere un confronto reale coi propri coetanei e di come la solitudine possa tramutarsi in atteggiamenti aggressivi o intolleranti, verso se stessi ed i famigliari. 

Per quanto sia ancora prematuro parlare di reali conseguenze della pandemia sulla salute mentale dei più piccoli, i dati parlano chiaro, un’esagerata quantità di richieste d’aiuto ha superato di gran lunga le possibilità di accoglienza, quindi, è di fondamentale importanza adottare alcuni accorgimenti ai fini di ridurre, quantomeno, le conseguenze fino ad ora negative. Secondo il sito stateofmind.it, “la solitudine evoca aspetti contraddittori: il restare piacevolmente con se stessi, rifugiandosi nel proprio intimo o altresì vivere l’abbandono altrui e quindi la condizione di isolamento/esclusione sociale”, per tanto, si può immaginare come queste condizioni vengano vissute diversamene da parte degli adolescenti che per loro natura tendono ad esasperare ogni sensazione o emozione. 

L’aspetto più allarmante di tutto ciò, difatti, è come vi siano stati tentativi di autolesionismo e suicidio da parte di ragazzi che probabilmente, spinti dalla paura e dall’incertezza, hanno visto in questo gesto estremo l’unica via di uscita da una pressione psicologica dovuta all’isolamento forzato o perché no, alla violenza domestica, alla quale sono più sottoposti. Sta tutto alla responsabilità dei genitori, che tramite il dialogo devono affrontare l’ansia e le paure dei propri figli, insieme, ricordandosi che tutto ciò che può in qualche modo ‘spaventare’ loro, per i più piccoli può anche essere una sopportazione tremenda da affrontare.