E’ un quesito a cui un pò tutti vorremmo una chiara risposta, delle direttive o anche solo dei consigli, ovvero quali sono le regole da rispettare nel caso la nostra abitazione dovesse esser un potenziale focolaio di Covid19. Sono numerosi i casi in cui una persona presenta lievi sintomi della malattia, come qualche linea di febbre o malessere generale, tuttavia non viene sottoposta al tampone o non necessita di ricovero ospedaliero e si vede quindi costretta a trascorrere il periodo di ‘quarantena’ in casa propria, con la paura di divenire quindi un potenziale pericolo per la salute dei propri cari e/o conviventi. A tal proposito, “la Direzione Sanitaria dell’IRCCS Policlinico San Donato ha redatto dei vademecum, consegnati ai pazienti che si sono recati al Pronto Soccorso oppure sono stati dimessi dopo un periodo di ricovero, contenenti importanti norme per proseguire il periodo di guarigione a casa (se la soluzione abitativa lo consente), senza essere un pericolo per gli altri componenti del nucleo familiare” come riportato su grupposandonato.it.
Innanzitutto, è importante ricordare che la persona affetta dal virus deve rispettare maggiormente alcune regole rispetto agli altri componenti della famiglia, come ad esempio evitare ogni tipo di contatto diretto, dormire e vivere (da soli) in una stanza dedicata ed evitare l’utilizzo di oggetti in comune. Anche l’utilizzo di bicchieri, posate, asciugamani o lenzuola, dev’essere attentamente ‘monitorato’ ai fini di garantire un’attenta igiene, magari avvalendosi di prodotti a base di cloro, come la candeggina, oppure di alcool non inferiore al 70%. In fine, è importante sia tossire che starnutire nella piega del gomito o comunque coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto, il quale ricordiamo che poi andrà gettato e smaltito in un doppio sacchetto di plastica che a sua volta andrà riposto in un contenitore chiuso.
Per quanto riguarda i conviventi della persona malata, le regole da rispettare sono molto scrupolose, specie se vi sia bisogno di assistenza che preveda un contatto fisico. E’ importante ricordare che ogni tipo di contatto, che sia per assistenza diretta (come già accennato) o indiretta, dev’essere fatto mediante l’utilizzo di guanti monouso che andranno poi gettati secondo il metodo già citato in precedenza. Inoltre, pranzo e cena sono due momenti di altissimo rischio e come tali vanno considerati come momenti in cui il pasto andrà consumato in stanze separate, questo poiché “quando si mangia, infatti, le mascherine sono abbassate e il rischio che il virus si propaghi nell’aria è troppo alto per poterci permettere un momento conviviale. Meglio che il positivo continui a restare nella sua stanza anche all’ora dei pasti” come suggerisce fanpage.it.
Per concludere, come abbiamo già imparato ad apprendere dall’inizio di questa pandemia, arieggiare gli ambienti è importantissimo ai fini di ridurre il rischio che il virus possa infettare tutte le stanze e quindi i componenti della famiglia. A tal proposito, gli esperti suggeriscono di aprire le finestre e consentire un riciclo di aria mediamente 3 volte all’ora, per arrivare ad un totale di 12 per gli ambienti in cui la persona affetta vive e trascorre il suo isolamento. Ovviamente, particolare attenzione va prestata anche al modo in cui ci si toglie sia la mascherina che i guanti: bisogna prestare attenzione a non toccare la parte ‘esterna’ di ambi gli oggetti e a gettarli immediatamente nella pattumiera.