Ti è capitato, toccandoti, di avvertire una pallina sotto la pelle? Probabilmente è un linfonodo ingrossato. Non ti allarmare, non sempre un linfonodo aumentato di dimensioni è indice di qualcosa grave (anche se la nostra va mente va subito lì, vero?).
Iniziamo con il dire che i linfonodi sono delle ghiandole del nostro sistema immunitario posizionati lungo le vie linfatiche. La loro funzione? Trasportare la linfa, che sarebbe il liquido incaricato del drenaggio del liquido extracellulare. I linfonodi hanno un compito importantissimo, cioè quello di far reagire il corpo in caso di virus, batteri o di altri agenti che possono attaccarlo.
Siamo letteralmente pieni di linfonodi, ne abbiamo circa 600 in tutto il corpo, la maggior parte dei quali si concentra in zone specifiche, cioè ascelle, inguine, collo. Ma ci sono anche dei linfonodi profondi che quindi non possiamo sentire al tatto. Ma perché i linfonodi si ingrossano? Succede quando nel corpo sono in corso infezioni, processi infiammatori ma anche malattie più serie come le neoplasie, ma questo, fortunatamente, succede in una minoranza nei casi. Continua a leggere dopo la foto
Anche quando abbiamo un banale raffreddore o un mal di gola, il nostro corpo reagirà con un aumento del volume dei linfonodi del collo: significa che i linfonodi stanno lavorando per combattere l’infezione. Quindi non andate subito nel panico e aspettate qualche giorno per capire il decorso della situazione. Tendenzialmente, un linfonodo che si ingrossa e che fa anche male, sta a indicare la presenza di un’infezione quindi possiamo dire che il dolore può essere un buon segno. Stesso dicasi nel caso in cui la zona sia anche calda e arrossata.
Ovviamente, sarà il medico che dovrà dirvi come comportarvi in caso di linfonodi ingrossati anche se ci sono alcuni elementi da tenere presenti. Se per esempio a ingrossarsi sono i linfonodi del collo, è probabile che ci sia un’infezione alla gola o al naso (in genere i linfonodi che si gonfiano sono quelli vicini al punto in cui si sviluppa l’infezione). Se invece la linfoadenopatia è generalizzata, quindi si sono gonfiati i linfonodi di varie stazioni linfonodali, il problema potrebbe essere la mononucleosi. Continua a leggere dopo la foto
Cosa fare in caso di linfonodi ingrossati? E quando si può definire ingrossato un linfonodo? I linfonodi sono piccolissimi e, in teoria, non si dovrebbero sentire, se non facendo una certa pressione sulla zona. Capita però che alcune persone, specialmente quelle molto magre, sentano i linfonodi e si convincano che sono ingrossati quando in realtà hanno dimensioni normali.
A ogni modo, se i linfonodo si è ingrossato a seguito di un’infezione virale o batterica, dovrebbe tornare alle sue dimensioni normali nell’arco di qualche settimana, quattro al massimo. Se però i linfonodi, trascorso tale periodo, non tornano come erano, meglio chiedere il parere del medico che, dopo aver raccolto tutti i dati, saprà indirizzare il paziente nella giusta direzione. A volte, per esempio, il medico potrebbe consigliare un’ecografia, esame per nulla invasivo che “vede” bene i linfonodi, non solo le loro dimensioni ma anche la morfologia. Continua a leggere dopo la foto
Ma allora quando preoccuparsi in presenza di un linfonodo ingrossato? Se il linfonodo si ingrossa all’improvviso senza un motivo apparente (per esempio si gonfia un linfonodo nel collo senza che ci sia un raffreddore o un mal di gola o un mal di denti a giustificarlo); se non torna alle sue dimensioni normali nel giro di quattro settimane è meglio rivolgersi al medico.
Anche un linfonodo che è duro al tatto e sembra adeso ai piani sovra o sottostanti, che non ha una forma regolare, che è ruvido andrebbe studiato in modo più approfondito. Rivolgersi al medico anche nel caso in cui al linfonodo ingrossato (sempre senza una causa che ne giustifichi il rigonfiamento) si associano perdita di peso inspiegabile, sudorazione notturna, febbre costante o ricorrente, difficoltà respiratorie.