Insetti e vermi (vi ricordate l’hamburger di polpette agli insetti?), alghe, grilli e cavallette; ogni tanto si torna a parlare di nuovi super-cibi che potrebbero rappresentare una risposta all’incremento della popolazione mondiale e alla scarsità delle risorse alimentari. Tra le varie possibilità (anche già praticate in altri paesi) spuntano anche loro, dei fastidiosissimi essere marini che affliggono i nostri bagni al mare. Di cosa stiamo parlando?
Meduse, super-food del prossimo futuro
Le meduse, con grande probabilità (in quanto già apprezzate ad esempio in Oriente), figureranno tra pochi anni fra i super-cibi disponibili nei supermercati e sulle nostre tavole. L’ISPA CNR di Lecce sta lavorando al loro possibile utilizzo come prodotto alimentare, accertandosi che assumerle non abbia alcun tipo di controindicazioni.
Secondo l’ente di ricerca si tratterebbe di “una biomassa disponibile con un alto contenuto di proteine. Non sono ancora un cibo ufficialmente, ma potrebbero esserlo in un prossimo futuro”.
Recenti studi mirano a dimostrare se le meduse che abitano i mari del Mediterraneo possano essere mangiate senza rischi per la nostra salute.
Le meduse come alimento ad alta disponibilità
Negli ultimi decenni è stato osservato, fra l’altro, un incremento della presenza di meduse nel Mediterraneo, con un notevole impatto su pesca, acquacoltura, balneazione e persino sull’efficienza degli impianti industriali costieri.
Stefano Piraino dell’Università del Salento, coordinatore del progetto europeo “Med-Jellyrisk”, ha sottolineato che “i progressi della ricerca stanno consentendo di identificare i meccanismi biologici ed ecologici che determinano questi fenomeni, il loro impatto sull’ecosistema marino e sull’uomo, e di rivelarne i risvolti positivi”.
Lucas Brotz, della University British Columbia (Canada), che sta conducendo un’analisi del fenomeno meduse su scala mondiale, ha detto che “il loro aumento mette senz’altro a disposizione dell’umanità una preziosa fonte proteica”.
Le meduse sono composte al 95% da acqua e presentano una restante percentuale composta da proteine, in particolare collagene, le cui molecole potrebbero avere anche delle potenti proprietà anticancro, attualmente in fase di studio.