Non si tratta solo di febbre, mal di gola o bronchite, bensì, come abbiamo imparato a comprendere negli ultimi mesi, il covid ha molte altre strade attraverso cui si può manifestare. A tal proposito, uno studio condotto in Italia con la collaborazione della società SIDeMaST, ha evidenziato come diverse tipologie di eruzioni cutanee possano esser collegate al covid: tesi ulteriormente confermata successivamente da alcuni ricercatori inglesi. “Secondo lo studio ‘Diagnostic value of cutaneous manifestation of SARS-CoV-2 infection’ pubblicato sul British Journal of Dermatology da un team guidato da scienziati del King’s College di Londra, è stato determinato che nel 17 percento dei pazienti COVID con sintomi multipli, le eruzioni cutanee rappresentano il primo sintomo a comparire, inoltre in un quinto di essi sono l’unico sintomo a manifestarsi” come riporta il sito fanpage.it.
Come accennato in precedenza, lo studio indica che si tratta di diverse tipologie di eruzioni, le quali possono variare dai classici geloni, fino a delle vere e proprie lesioni vescicolari. In particolare, le lesioni riguardanti le dita dei piedi, che prendono il nome di ‘dita covid’, sono lesioni caratterizzate da gonfiore, arrossamento e talvolta anche vesciche, rivelandosi, per l’appunto, molto simili ai geloni da un punto di vista sintomatologico. Sono frequenti sopratutto tra i più giovani e “mentre la causa esatta delle dita del piede di COVID è sconosciuta, ci sono alcune teorie. Questi comprendono le anomalie nelle vie di coagulazione, la versione degli interferoni e possibilmente i fattori esterni” secondo quanto scritto su news-medical.net.
Anche una forte sensazione di prurito, simile all’orticaria, può rappresentare un sintomo del covid, difatti, questa sensazione è tipicamente associata alle reazioni virali e al conseguente rilascio di d’istamina da parte del nostro corpo. Nello specifico, questa molecola organica è tipica dei processi chimici di un’infezione (coronavirus incluso) e induce una reazione da parte del sistema immunitario che porta alla successiva comparsa di eruzioni cutanee. Inoltre, analogamente all’orticaria, anche le lesioni vescicolari possono esser associate al covid, seppur sia un sintomo diagnosticato soltanto in una piccola percentuale (10%) dei pazienti affetti dal virus.
Nello specifico, parlando di lesioni vescicolari, si tratta di reazioni molto simili alla varicella per la forma e dimensione, inoltre, possono manifestarsi anche ben oltre le due settimane dal contagio. Il fatto che siano sintomi con una minore frequenza rispetto ai precedenti, rappresenta (secondo gli studiosi) un segnale ‘più utile’ per identificare i casi di covid19 e a tal proposito, “bisogna quindi prestare particolare attenzione a dei segnali precisi che compaiono sulla pelle: un’apparente orticaria, un eritema molto esteso, una improvvisa vasculite, ecchimosi e geloni vanno considerati tutti possibili spie della malattia che devono indurci a fare un tampone” come suggerisce pharmastar.it.