Orthosiphon o té di Java, l’incredibile bevanda utile contro i calcoli renali e non solo

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L’orthosiphon è una pianta originaria dell’Indonesia, ove, da sempre è nota ed impiegata in erboristeria per le sue proprietà diuretiche ed antinfiammatorie. Le foglie di questa pianta vengono chiamate anche té di Java e vengono impiegate per la preparazione di un infuso utile per il trattamento di infiammazioni del tratto urinario, difatti, “grazie all’azione diuretica che l’ortosiphon è in grado di esercitare, il suo utilizzo ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento delle infezioni urinarie e dei calcoli renali” come riporta il sito my-personaltrainer.it.

Come già accennato, l’orthosiphon è una pianta dotata di incredibili capacità diuretiche, questo grazie ai flavonoidi contenuti in essa, ovvero composti vegetali dalle capacità antiossidanti ed antinfiammatorie, per tanto, utili per prevenire e contrastare la comparsa di malattie infettive. Inoltre, il té di Java aumenta “il potere di concentrazione renale, e attiva la funzionalità degli elementi specifici del rene” come suggerisce il sito torrinomedica.it, questo grazie alla strabiliante capacità depurativa di cui questa pianta gode. 

In ambito erboristico, l’orthosiphon viene consigliato anche per il trattamento di edemi, artrite e reumatismi o addirittura come drenante per combattere la cellulite. Senza alcun particolare effetto collaterale, questa pianta è impiegata soprattutto per curare l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca, in quanto riduce notevolmente la pressione che il sangue esercita sulle pareti dell’apparato vascolare. 

L’orthosiphon si può assumere tramite infuso in tazza, dalle 4 alle 5 volte al giorno, oppure tramite estratto fluido o secco. Si può reperire in tutte le erboristeria e parafarmacie ma ad ogni modo, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico prima di assumerne alcune quantità a fini terapeutici di qualsiasi tipo, difatti, l’assunzione di orthosiphon è fortemente sconsigliata in caso di ipersensibilità accertata.

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