Mamma, posso fare il bagno? Quante volte ci sentiamo fare questa domanda e non sappiamo rispondere?
Dipende da quello che il bimbo ha mangiato. Ma poi veniamo assaliti dal ricordo delle nostre mamme che ci proibivano di entrare in acqua se non fossero passate le fatidiche tre ore dal pasto (qualunque cosa avessimo desinato).
Il rischio che si corre è infatti quello di una brutta congestione, causata dalla differenza di temperatura tra l’acqua fredda e il nostro corpo caldo, impegnato nella digestione degli alimenti ingeriti. E’ vero pure che il caldo eccessivo invita a farsi un bagno in acqua (al mare o in piscina che sia), e allora, come dobbiamo regolarci?
Al di là del sapere popolare, ecco cosa dicono i medici su quanto tempo deve trascorrere tra il pranzo e il tuffo in acqua.
Non è tanto il numero di ore trascorse dal pasto, quanto piuttosto il tipo di pasto, la temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna e la rapidità d’immersione che contano.
A questo scopo, probabilmente, l’indicazione più giusta da seguire è sicuramente quella di non fare pasti troppo ricchi in grassi e proteine (che necessitano una digestione lunga e laboriosa), ma preferire carboidrati, come un piatto di pasta semplice o un bel panino con i pomodori (oppure una gustosa buddha bowl, come vuole la moda di questa estate).
Consideriamo infatti i tempi medi di permanenza dei cibi nello stomaco: un succo di frutta ci mette al massimo 20 minuti per passare all’intestino, la frutta impiega circa mezz’ora, la verdura cruda 30-40 minuti, quella cotta 45-50, le patate 60. I carboidrati vengono generalmente digeriti nel giro di 1 ora. Se il pasto consumato è a base di pesce, un’ora è più che sufficiente per la digestione, mentre per una bistecca di manzo, ne servono 3 o 4, e fino a 5 per il maiale.
C’è anche da dire pure che nessuno si sognerebbe mai di mangiare una bistecca di maiale sotto all’ombrellone: dato il caldo, viene da preferire naturalmente e spontaneamente cibi freschi, crudi, gelati (soprattutto oggi che c’è grande disponibilità di gelati bio, sani e naturali), insalata.
Il buon senso non è mai troppo, ma le mitiche tre ore di cui parlavano le nostre mamme non trovano riscontro nel parere professionale dei medici.
Infine, sappiate che la congestione non viene dall’acqua ma bensì dallo sbalzo termico: potremmo andare incontro a conati di vomito, giramenti di testa e svenimenti, anche passando da un ambiente caldo a uno con aria condizionata molto alta. Oppure, anche semplicemente bevendo una bibita ghiacciata mentre siamo belli “cotti e sudati” al sole.