Intanto sgombriamo il campo da false notizie: i semi di papavero che vengono utilizzati ad uso culinario sono i semi di due piante in particolare: il Papaver nigrum ed il Papaver setigerum. A differenza di altri tipi di papavero da cui si ricavano sostanze stupefacenti, come ad esempio il Papaver somniferum, queste due piante non contengono sostanze stupefacenti. Quindi possiamo utilizzare i semi in cucina senza farci alcun problema.
I semi di papavero hanno contribuito al sostentamento delle popolazioni che ne facevano uso, in particolar modo gli antichi Romani. Non producevano olio, quindi li consumavano interi: crudi venivano mescolati al miele come condimento, oppure venivano tostati e utilizzati nei dolci. Al contrario, i Galli utilizzavano l’olio di semi di papavero e lo diffusero successivamente a tutta l’Europa centrale.
Perché i semi di papavero fanno bene
Come tutti i semi oleosi, anche quelli di papavero, contengono acidi grassi polinsaturi, soprattutto omega 6, fondamentali per il benessere dell’organismo. Inoltre, sono ricchi di vitamine del gruppo B (soprattutto B1) e vitamina E, ma anche vitamina C.
I semi di papavero contengono anche vari sali minerali, soprattutto calcio e manganese, ma anche potassio, ferro, rame, selenio, fosforo, magnesio e sodio in minima quantità.